I am an AideXerLo sviluppo del software in una fintech: la storia di Omar

Programmare, codificare, gestire una fintech bank, attraverso le parole del Software Engineer di Banca AideXa
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I am an AideXer

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Non solo computer e programmazione, essere un ingegnere del software in una fintech come Banca AideXa, significa molto di più.

Ce lo racconta Omar Ghetti, il nostro Software Engineer, in questa breve intervista:  

Come spiegheresti il tuo lavoro a tua nonna? 

Potrei dire di essere un artigiano contemporaneo: un tipo di artigiano che nel 2022 produce il contenuto di una banca tutta digitale.  

Quale App ti ha cambiato la vita? 

Google Maps, perché ha saputo rendere così semplici e indispensabili delle funzionalità estremamente sofisticate. È un’app che non solo ha sostituito una categoria di prodotti, come le mappe e i navigatori, ma ha ridefinito il concetto stesso di mobilità. 

Se AideXa ti prestasse € 100.000 per lanciarti in un nuovo business, dove investiresti? 

Entrerei nel mondo delle cripto, non con una nuova valuta, ma con un progetto che trovi una soluzione per la loro sostenibilità sul lungo termine. Infatti, soprattutto dal punto di vista ambientale le cripto valute hanno un grande impatto perché necessitano di un importante dispendio di energia a livello computazionale. Una sfida a cui oggi va data una risposta in tempi brevi. 

L’impresa più bella di sempre, secondo te. 

La storia dell’impresa di Twitter e del suo fondatore, Jack Dorsey.

Un ragazzo normale, che ha deciso di abbandonare l’università per buttarsi nel suo progetto digitale. Twitter è un’azienda che nonostante sia passata attraverso tanti problemi e scandali, non ha mai perso l’idea con cui è stata creata e la visione del suo fondatore, evolvendosi intorno al suo principio iniziale. Trasmette secondo me un messaggio importante: sapersi evolvere e adattare, rimanendo fedele ai propri principi, anche quando si sta rischiando di perdere tutto. 

AI e Machine Learning: dalla consulenza ad una startup fintech 

Fin da quando era uno studente in Computer Science, lo sviluppo software è stata la sua passione. Oggi, Omar Ghetti, è il Software Engineer di Banca AideXa e ha trasformato la sua passione anche in un lavoro.  

Tra le doti canore, un particolare interesse per il gaming e gli sport, dal canottaggio fino al calcio, Omar entra in AideXa nell’Aprile 2021, portando con sé tutto il suo bagaglio di competenze acquisite nell’ambito dell’AI, del machine learning e delle tecnologie mobile e web.  

Dopo la laurea inizia la sua carriera in società di consulenza proprio come ingegnere del software. Lo stesso ruolo, che ha rivestito fino ad ora in tre realtà differenti, ha però assunto sfaccettature molto diverse non solo in base al tipo azienda, ma soprattutto in base alla sua dimensione.  

Dapprima sperimenta una società di consulenza molto piccola, subito dopo una molto grande. Successivamente Omar entra in Banca AideXa con l’idea e la promessa di poter fare davvero la differenza.  

Sono stato subito convinto dal messaggio che AideXa mi ha trasmesso. Un ambiente giovane, dinamico, in un cui può proporre e si viene sempre ascoltati

Omar Ghetti

“Così come l’ascolto, anche tutti i piccoli valori che mi sono stati raccontati negli step di colloquio si sono poi confermati in questi undici mesi trascorsi in AideXa. Non è scontato che sia così, soprattutto per realtà così giovani e strutturate allo stesso tempo”  conclude Omar.

Fare la differenza nel futuro di una banca 

La differenza maggiore che si percepisce tra le più grosse realtà aziendali e una startup come AideXa per Omar sta proprio nell’opportunità di dialogo e della crescita che ne consegue.

Questo è facilitato da una parte dalla dimensione ristretta dei team, ma trainata soprattutto dalla propensione delle persone a creare ponti di comunicazione costruttiva. “Anche quando non conosci nessuno perché sei appena arrivato, integrarsi e crescere diventa subito molto facile” conferma Omar.  

Non ha dubbi nemmeno quando gli si chiede di descrivere il proprio team: “Un gran bel team!” esclama. Una squadra intraprendente, in cui non ci si pone limiti su quello che si vuole andare a scoprire. Ogni persona che ne è entrata a far parte contribuito a scrivere una, due, cinque, dieci pagine in più di AideXa “E il bello è che non vediamo sempre l’ora di aggiungerne altre” conclude. 

Il consiglio che darebbe a chi inizia da zero il percorso di ingegnere del software è proprio questo: imparare lavorare in gruppo piuttosto che in solitaria, perché questo permette di raggiungere prima i risultati e di assimilare meglio ogni insegnamento. 

Aggiornarsi e collaborare per raggiungere il risultato 

Saper comunicare quindi è fondamentale per un Software Engineer. Non solo perché è necessario saper spiegare in modo semplice processi spesso molto complessi, ma soprattutto perché è il presupposto per lavorare bene.  

Infatti il programma informatico finale è il risultato di un mix di competenze, richieste, suggerimenti di varie figure professionali, tra cui bisogna capirsi e integrarsi. 

Per esempio, sottolinea Omar, soprattutto per un Frontend Developer non basta parlare con il proprio team, ma anche con quello di Backend Developer e di User Experience. Anzitutto per coordinarsi sul funzionamento effettivo dell’applicativo finale, in secondo luogo per creare degli output che siano davvero utili e con un senso per il cliente.  

Per scoprire e approfondire nuovi aspetti nel mondo dell’informatica Omar, oltre al confronto con i colleghi, si affida anche ad altri strumenti, in cui ultimamente spicca soprattutto LinkedIn.  

Seguire discussioni tematiche ed esperti su questa piattaforma è diventato per lui un vero e proprio momento di aggiornamento personale, soprattutto quando gli esperti da ascoltare sono personaggi come Lex Fridman , PhD al MIT e creatore di un podcast in cui intervista personaggi di spicco del mondo del tech (addirittura come Mark Zuckerberg!).