FintechCos'è una Neobank?

Una neobank è un istituto di credito che opera online, senza la rete di filiali tipica delle banche tradizionali.
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Federico Sforza

Fintech

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Una neobank è un istituto di credito che opera esclusivamente online, senza la rete di filiali che caratterizza le banche tradizionali. Nasce sia per offrire nuovi servizi finanziari sia per rivoluzionare quelli già esistenti migliorandone l'interfaccia digitale.

Federico Sforza, CEO di Banca AideXa

 

È almeno dal 2017 – ma alcuni retrodatano l’inizio della storia addirittura al 2009 – che si impiega il termine neobank per riferirsi a quegli istituti che garantiscono i loro servizi soltanto in maniera virtuale, tramite app o sito internet. Niente più filiali, niente più sportelli.

In cambio, un’accelerazione decisa nella direzione di una migliore user experience e di una maggiore rapidità nella gestione dei processi. Le neobank, è bene ricordarlo fin da subito, crescono. E lo fanno in maniera esponenziale.

Secondo Variant, ad esempio, il CAGR – ovvero il tasso aggregato di sviluppo annuo – è previsto in aumento del 45,8% tra il 2017 e il 2025.

Tra il 2010 e il 2020 sono state lanciate 319 neobank in tutto il mondo, ma la vera tendenza è iniziata intorno al 2015 quando il numero è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente. Le neobank attive in Italia sono 13, in linea con la media europea ma molto lontana da Regno Unito e Francia (rispettivamente con 33 e 23 neobank operative).

Fonte: Exton Consulting, Neobank 2021

Una rivoluzione che piace

A livello locale, se ci si sofferma sull’Europa, una grande accelerazione è stata impressa dalla PSD2, la normativa continentale sui pagamenti, che ha permesso di cambiare profondamente lo scenario competitivo. Una rivoluzione che sta piacendo.

Negli ultimi anni (fonte: Osservatorio del Politecnico di Milano su Fintech e Insurtech) sono nate 48 piattaforme di open finance. Interessante anche come questo nuovo paradigma stia iniziando a coinvolgere un pubblico sempre più vasto.

Tant’è che il 72% degli italiani affiderebbe la gestione dei propri risparmi a un soggetto terzo e il 65% impiegherebbe servizi fintech per ottenere un prestito.

L’influenza del Coronavirus

Una tendenza già in corso cui la drammatica pandemia da Covid-19 ha imposto un’ulteriore accelerazione. Basti pensare che nel solo mese di aprile del 2020 i clienti online degli istituti di credito sono aumentati del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le transazioni digitali sono salite del 32% e i nuovi utenti acquisiti tramite digitale sono cresciuti addirittura del 75%.

Servizi più veloci e a costi più bassi

La crisi causata dalla pandemia originata dal Covid-19 ha iniziato a mostrare i suoi effetti sulle imprese italiane, specialmente quelle di dimensioni più contenute.

Il 2020 è costato complessivamente 183 miliardi di euro di PIL in meno e 137 miliardi di consumi mancanti (fonte: Confesercenti).

Per questo motivo si è fatta quanto mai urgente la necessità di avere accesso rapido a finanziamenti anche a breve termine che consentissero di “tamponare” la situazione.

E le neobank, grazie alle nuove tecnologie, a metriche innovative e a una maggiore flessibilità possono rispondere facilmente alle esigenze delle imprese che hanno bisogno di un’iniezione di liquidità.

Nuovi strumenti

Proprio la tecnologia, come nel caso dell’intelligenza artificiale, permette anche di sfruttare nuovi strumenti per la definizione del merito di credito.

Così, soprattutto per un anno particolare come quello che ci siamo lasciati alle spalle, diventa molto più importante poter analizzare i flussi di cassa degli ultimi 12 mesi e non un bilancio che diventa quasi uno strumento obsoleto, capace di raccontare un passato che è assai diverso dal presente e soprattutto dal futuro.

L’analisi dei flussi di cassa, invece, consente di avere il polso della situazione e capire quali sono quei soggetti che sono riusciti a trovare nuove opportunità perfino nelle temperie della crisi economica. 

Un’offerta più completa per target specifici

Infine, non va dimenticato che le neobank sono in grado di garantire ai clienti un cruscotto di strumenti fino ad ora impensabili nel rapporto tra banca e cliente.

Si tratta di impiegare quei VAS, Value Added Services, che rappresentano un’autentica rivoluzione per le piccole e medie imprese – uno dei target meno serviti dalle banche tradizionali.

I sistemi di analisi delle spese, ad esempio, consentono di avere una vera e propria tesoreria in tasca, che verifica anche i futuri fabbisogni di credito. Ed è in grado di valutare gli errori eventualmente commessi nel tentativo di migliorare la propria bancabilità. Sono soltanto due esempi nel mare magnum di possibilità che si aprono.

Il tutto, tra l’altro, senza nessun tipo di aggravio per le PMI, che devono soltanto concedere l’accesso ai propri dati aziendali a un soggetto diverso dalla banca tradizionale.

 

Il quadro normativo: la PSD2

  • Il Decreto Legislativo n.218 del 2017 ha lo scopo di rafforzare la trasparenza e la sicurezza degli utenti, promuovendo al tempo stesso la concorrenza.

  • La direttiva prevede che le banche forniscano alle cosiddette “Terze parti” un accesso sicuro ai conti correnti degli utenti tramite gateway certificati da EBA e Bankitalia.

  • Viene creata la possibilità per le terze parti di operare direttamente sui conti correnti degli utenti.

Intervento di Federico Sforza per il report "Il Fintech dalla A alla Z" di ItaliaFintech pubblicato il 14 luglio 2021.