I am an AideXerInnovare il banking attraverso i dati: la storia di Matteo

Sensibilizzare le macchine e rendere le informazioni pronte all'uso: cosa vuol dire essere Data Scientist in AideXa
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Matteo Camelia è il Data Scientist di Banca AideXa, dove ogni giorno dà il massimo per rendere sempre più automatici e ordinati i processi legati ai dati, collaborando con tutti i diversi team. Vi raccontiamo qualcosa di più su di lui in questa intervista.

Come spiegheresti a tua nonna il tuo lavoro?

Che il mio lavoro come Data Scientist consiste nello studiare quotidianamente come far crescere e migliorare la nostra azienda guardando e gestendo una serie di numeri che raccogliamo attraverso computer e sistemi informatici.  

Quale app ti ha cambiato la vita?

Strava, perché ha reso condivisibile e social attività sportiva come la corsa, la bici e la camminata in montagna. Potendo vedere ciò che fanno gli altri, hai la possibilità di scoprire nuovi percorsi, attività e di ispirarti. Prima di Strava questo aspetto di condivisione in app sportive non esisteva.  

L’impresa più bella di sempre, secondo te

Space X. Ha realizzato un’idea ovvia e visionaria al tempo stesso: quella di ridurre i costi dei viaggi nello spazio, producendo autonomamente razzi, vettori e poi riutilizzandoli. Nessuno prima aveva pensato a questi sviluppi tecnologici e così Space X è diventata di fatto imbattibile per qualsiasi forma di concorrenza.

Se AideXa ti prestasse € 100.000 per lanciarti in un nuovo business, dove ti butteresti?

Mi piacerebbe innovare l’ambito education. Oggi fin da piccoli abbiamo la fortuna di avere a disposizione una marea di informazioni. Il problema è che il sistema educativo attuale ci insegna come memorizzarle, ma non come usarle in modo corretto, tirandone fuori il meglio in modo consapevole. Secondo me è invece importantissimo insegnare ai ragazzi come sfruttare il potenziale di questa abbondanza di informazioni. Uno dei miei sogni sarebbe dar vita ad un progetto formativo, una scuola, basata su questo principio.

 L'innovazione che nasce uscendo dalla comfort zone

Quando intorno hai persone capaci di ispirarti e insegnarti ogni giorno cose nuove, allora stai facendo un’esperienza di valore“ comincia Matteo. Fin dagli studi Matteo ha cercato sempre di circondarsi di persone stimolanti. Da quando frequentava la Scuola Galileiana di Padova, dove ha vissuto per cinque anni in un contesto di eccellenza, fino ad oggi, quando lavora come Data Scientist nel team di Banca AideXa.

Da giugno 2021 entra in AideXa, attratto proprio dalle persone che ne fanno parte e dalla possibilità di scoprire nuovi modi di usare i dati nel settore banking. Si lascia alle spalle un percorso universitario in matematica e diversi anni come consulente nell’ambito dei Sistemi di Informazioni Creditizie, dove ha modo di conoscere bene il settore bancario da un punto di vista più tradizionale.

Le mie esperienze passate sono state l’occasione di crescere e approfondire molto le dinamiche di settore, ma allo stesso tempo mi hanno aperto gli occhi sui limiti degli approcci tradizionali del fare banca. Banca AideXa mi ha colpito fin dai primi colloqui perché racconta la storia di come le banche possano avere un approccio innovativo e al passo con i tempi.

Matteo Camelia, Data Scientist di Banca AideXa

Per Matteo costruire relazioni con persone con competenze diverse non è infatti solo un esercizio di crescita, ma anche un punto di partenza per l’innovazione. Questo esercizio è facilitato dalla logica Agile con cui lavora in Banca AideXa, che punta a far collaborare su ogni progetto persone di ambiti e formazioni diverse.  “Interagire orizzontalmente ti fa uscire dalla tua bolla e dalla comfort zone, costringendoti a confrontarti con persone con approcci e automatismi diversi. È così che nascono le migliori idee.” sostiene Matteo.

Le architetture di dati come un armadio ordinato

Ma cosa fa nel concreto Matteo come Data Scientist?  Lavora anzitutto su un Data Lake, un’architettura che permette di raccogliere in maniera ordinata e pronta all’uso grandi moli di informazioni.

Avere un Data Lake è come avere un grande armadio fatto a strati: c’è un primo strato disordinatissimo, uno strato con gli abiti appesi e infine un ultimo livello in cui tutti i vestiti sono ordinati per colore. Il nostro obiettivo è far sì le persone riescano a prendere i dati utili in modo semplice e ordinato, proprio come quando apri l’armadio e trovi subito l’abito giusto.

Matteo Camelia

Sembra quasi scontato l’obiettivo di rendere facilmente fruibili dall’azienda tutte le informazioni a disposizione, ma non sempre è così: dalla sua esperienza nel settore bancario Matteo ricorda infatti come nella maggior parte delle banche devi “rovistare nel mucchio” per trovare il dato che ti serve.

Un altro aspetto fondamentale del lavoro di Matteo è quello di rendere l’azione delle macchine il più vicino possibile alla logica umana, automatizzando i processi. Sensibilizzare le macchine significa fare in modo che le persone possano dedicarsi ad attività a valore aggiunto, come la componente creativa o decisionale, in cui la parte più ovvia è già stata scremata da un computer.

Nonostante ciò che spesso si pensa, i Data Scientist migliori sono quelli che riescono a pensare fuori dagli schemi. Senza avere paura di sbagliare e di sbatterci la testa a volte, perché la capacità di generare idee è molto più rilevante dell’esperienza

Matteo Camelia