Capitale circolante: cos'è, a cosa serve e come ottimizzarlo
In ogni azienda, la gestione della liquidità è una sfida costante. Tra fornitori da pagare, clienti da incassare, spese correnti e scadenze fiscali, non sempre il denaro entra ed esce con la stessa velocità. In questo contesto, il capitale circolante rappresenta una risorsa cruciale: è il motore che permette all'impresa di funzionare ogni giorno, garantendo la continuità operativa. Comprendere cos'è e come utilizzarlo in modo efficiente può fare la differenza tra crescita e blocco operativo.
Cosa si intende per capitale circolante?
Con il termine capitale circolante si indica l'insieme delle risorse finanziarie a breve termine che un'impresa utilizza per far fronte alle attività quotidiane. In altre parole, è la liquidità necessaria per sostenere il ciclo operativo: acquistare materiali, pagare i dipendenti, coprire le utenze e tutte le altre spese di gestione ordinaria.
Tecnicamente, si parla di capitale circolante netto (CCN) per indicare la differenza tra le attività correnti (come crediti verso clienti, rimanenze di magazzino e disponibilità liquide) e le passività correnti (come debiti verso fornitori e debiti a breve termine). Un CCN positivo indica che l'impresa ha risorse sufficienti per far fronte alle proprie scadenze imminenti.
I problemi quotidiani di liquidità che vivono le imprese
Anche un'azienda con un buon fatturato può trovarsi in difficoltà se non ha un equilibrio nella gestione dei flussi di cassa. Alcune delle situazioni più comuni includono:
Ritardi negli incassi dai clienti, che generano tensioni di cassa;
Pagamenti anticipati richiesti dai fornitori;
Aumento delle scorte di magazzino non pianificato;
Spese impreviste (come riparazioni, tasse o investimenti urgenti);
Periodi di stagionalità con cali di entrate.
In tutti questi casi, un capitale circolante insufficiente può mettere a rischio la capacità dell'impresa di onorare i propri impegni, creando stress operativo e relazioni commerciali difficili.
Come riconoscere quando serve un supporto finanziario
Capire quando è il momento di intervenire sul capitale circolante è fondamentale. Alcuni segnali da non sottovalutare includono:
la necessità frequente di ricorrere a fidi bancari per coprire le spese correnti;
il rallentamento dei pagamenti verso fornitori;
la difficoltà a sostenere il pagamento degli stipendi;
l'impossibilità di cogliere nuove opportunità per mancanza di liquidità;
l'aumento costante del ciclo di incasso crediti.
In questi casi, è utile valutare strumenti finanziari specifici per supportare e stabilizzare il capitale circolante.
Calcolare il coefficiente di capitale circolante
Esistono dei metodi che possono aiutare le imprese ad avere una stima più precisa della quantità di denaro necessaria. Tra queste, la più utilizzata è il calcolo del coefficiente di capitale circolante, progettato per misurare la solidità finanziaria di un'azienda nel breve termine.
Il coefficiente di capitale circolante, anche detto Net Working Capital Ratio, altro non è che il rapporto tra le attività e le passività di un’impresa: viene calcolato prendendo la somma totale delle entrate di una società e dividendole per le spese che la società deve attualmente sostenere.
Un valore di coefficiente del capitale circolante è considerato ottimale se compreso nella fascia da 1,5 a 2. Questo dato suggerisce che un'impresa si trova su un solido terreno finanziario in termini di liquidità. Il capitale circolante infatti non è solo ciò che permette di gestire le operazioni quotidiane, ma dice anche molto sull’andamento dell’attività in generale.
Un valore negativo del coefficiente invece, lascia trasparire che l’impresa ha un grande margine di miglioramento nella gestione dei costi e che potrebbe necessitare di iniezioni di denaro esterne per poter raggiungere gli obiettivi desiderati.
In conclusione, per determinare il fabbisogno di capitale circolante di un’impresa, è necessario prendere in considerazione molteplici fattori quali i costi di gestione, gli obiettivi di crescita e l’attuale valore del coefficiente di capitale circolante. Questi fattori, considerati nel loro insieme, possono dire tanto sui prossimi passi che si potranno e dovranno percorrere.
Soluzioni di finanziamento per coprire le esigenze operative
Il mercato offre oggi diverse soluzioni per finanziare il capitale circolante in modo flessibile e su misura.
Anticipo fatture / factoring
Permette di incassare subito le somme dovute dai clienti cedendo le fatture a una banca o a un operatore specializzato, migliorando immediatamente la liquidità disponibile.
Finanziamenti a breve termine
Prestiti dedicati alle esigenze operative, con durata compresa tra 12 e 36 mesi, finalizzati alla copertura di spese correnti o temporanei sbilanci finanziari.
Linee di credito rotative
Fidi bancari che l'impresa può utilizzare all'occorrenza per fronteggiare temporanei cali di liquidità e rimborsare in base alle disponibilità.
Soluzioni digitali di gestione cassa
Piattaforme che offrono analisi predittive sui flussi di cassa e suggeriscono azioni correttive per migliorare la gestione finanziaria.
Il vantaggio di questi strumenti è che permettono di mantenere la continuità operativa senza compromettere l'equilibrio economico-finanziario dell'azienda.
Consigli pratici per una migliore gestione del capitale circolante
Ottimizzare il capitale circolante significa agire su tre aree fondamentali:
1. Gestione dei crediti commerciali: accelerare i tempi di incasso tramite solleciti, sconti per pagamenti anticipati, o strumenti digitali di monitoraggio dei pagamenti.
2. Controllo delle scorte: evitare accumuli inutili in magazzino e adottare logiche di approvvigionamento just-in-time per ridurre il capitale immobilizzato.
3. Pianificazione delle uscite: allineare i pagamenti in uscita ai flussi in entrata, evitando picchi di spesa concentrati. Un buon cash flow plan è uno strumento indispensabile.
Una gestione attenta e costante del capitale circolante riduce il rischio di crisi di liquidità e migliora la capacità dell'azienda di investire e crescere.
FAQ sul capitale circolante
Qual è la differenza tra capitale fisso e capitale circolante?
Il capitale fisso rappresenta gli investimenti a lungo termine (immobili, impianti, macchinari), mentre il capitale circolante riguarda le risorse finanziarie a breve termine utilizzate per la gestione ordinaria dell’impresa.
Come calcolo il capitale circolante netto?
Si calcola sottraendo le passività correnti (debiti a breve termine) dalle attività correnti (crediti, magazzino, cassa). Formula: CCN = Attività Correnti - Passività Correnti.
Cos'è il capitale di circolazione?
È un altro modo per indicare il capitale circolante. Si riferisce al flusso di risorse finanziarie che alimenta l'attività quotidiana dell'impresa.
Cosa sono le spese di capitale circolante?
Sono i costi legati alla gestione operativa: materie prime, salari, utenze, servizi, manutenzione. Rientrano tra le uscite correnti finanziabili con strumenti specifici.