Di cosa ti occupi esattamente come Head of Cloud Architecture e Cybersecurity?
Per quanto riguarda il cloud, gestisco l'infrastruttura tecnologica dell'azienda, assicurandomi che sia efficiente e veloce, e che rispetti normative e standard di sicurezza. In pratica, faccio in modo che i sistemi che utilizziamo per lavorare, come quelli per il nostro onboarding digitale, siano sempre performanti e sicuri.
Un altro aspetto del mio lavoro è definire le linee guida per i progetti che richiedono l’evoluzione dell’infrastruttura, come ad esempio l’introduzione di nuovi sistemi. Mi occupo di decidere come devono essere strutturate queste nuove soluzioni tecnologiche, quale fornitore scegliere e come implementarle.
E per la parte di Cybersecurity?
Qui il mio compito è principalmente quello di proteggere i sistemi informatici dell'azienda. Mi assicuro che tutte le nostre tecnologie siano conformi alle normative in ambito di sicurezza, applicando criteri stringenti per prevenire problemi.
Se dovessi spiegare il tuo lavoro a un bambino, come lo faresti?
Gestire il cloud è un po’ come essere un architetto che progetta una casa comoda e funzionale, cercando di renderla anche efficiente in termini di costi. Per quanto riguarda la sicurezza, è come essere un capo cantiere che controlla che tutto sia fatto in modo sicuro, affinché nessuno si faccia male.
Come pensi che il mondo fintech cambierà nei prossimi anni?
Credo che vedremo un aumento nell’uso del cloud e dell’intelligenza artificiale. Mi piace andare oltre i confini del mio ruolo e capire come queste tecnologie emergenti possano risolvere problemi reali in banca. Portare soluzioni innovative sarà cruciale, specialmente per migliorare l’efficienza e la sicurezza.
Qual è stato il tuo percorso prima di entrare in Banca AideXa?
Ho studiato ingegneria informatica e ho iniziato a lavorare già durante gli studi. Dopo una prima esperienza come sviluppatore, sono passato alla consulenza, lavorando in particolare nell'ambito sanitario. Una delle esperienze più formative è stata quella di fondare una startup, dove ho sviluppato un software per la gestione delle cartelle cliniche. Da lì, ho iniziato a occuparmi di infrastruttura cloud.
Successivamente, ho lavorato per una multinazionale francese, dove mi sono avvicinato al settore fintech attraverso i buoni pasto elettronici. Questo mi ha permesso di acquisire competenze nell’ambito dei pagamenti elettronici, un'esperienza che mi ha preparato al mio ruolo attuale in AideXa.
C'è un progetto particolarmente appagante su cui hai lavorato in AideXa?
Uno dei progetti di cui vado più fiero è stato ottimizzare la nostra infrastruttura cloud, riducendo i costi senza compromettere le performance. Un altro progetto interessante è stato sviluppare una piattaforma che raccoglie tutti i dati tecnici provenienti dai nostri sistemi informativi. Questo ci permette di monitorare meglio il funzionamento dei sistemi e di risolvere eventuali problemi più velocemente.
Se non avessi lavorato nella tecnologia, cosa avresti fatto nella vita?
Mi sarebbe piaciuto studiare filosofia e magari diventare uno scrittore. Mi affascina il potere delle parole, come riescano a toccare le corde giuste nelle persone. Per questo sono un appassionato di poesia e di musica in tutte le sue forme, dal cantautorato, al rock alla trap. Anche nella mia vita quotidiana dedico sempre molta attenzione alla scelta delle parole, anche quando comunico fuori dal contesto lavorativo.
Hai delle passioni che ti aiutano a staccare dal lavoro?
Sì, recentemente mi sono avvicinato alla vela, una delle mie principali passioni. Negli scorsi anni ho preso la patente nautica e appena posso parto per un fine settimana in barca. La sensazione del mare è qualcosa che mi ricarica tantissimo, anche durante le regate invernali. E poi il mio sogno per il futuro è prendere il brevetto di volo. Trovo che la vela e il volo abbiano qualcosa in comune: entrambi ti danno un senso di libertà incredibile.